Thursday, 18 September 2008
Fotti i fatti
Una parola o un pretesto divengono un appiglio che neanche Manolo se lo sognerebbe nella roccia liscia.
Se ne fa esperienza un po' tutti i giorni, al bar o con gli amici, in ufficio come nelle parrocchie.
Il fatto vero e unico e': Io so e solo io so bene come.
E giu' disquisizioni umorali su eventi sui quali traiamo conclusioni dettate dal momento o piu' semplicemente dall' audience.
La morte morale dei fatti si consuma cosi' con tanta piacioneria e faciloneria che fa pensare a quanto poco il nostro paese sa di non sapere. Infatti tutti sanno in maniera del tutto esclusiva, tutto!
accattatv' ill.
Saturday, 13 September 2008
Aiutiamo Sabina Guzzanti | Ecco come L'Independent descrive la situazione
L’autrice satirica Guzzanti “ha insultato il Papa” nella gag dei diavoli finocchi
Un’autrice satirica italiana affronta l’accusa di aver insultato il Papa, un’offesa che può portare all’incarcerazione fino a 5 anni.
Sabina Guzzanti, nota per il suo tagliente ingegno satirico e la derisione dei potenti, è accusata di “aver offeso l’onore della sacra ed inviolabile persona” di Papa Benedetto XVI in una manifestazione di luglio a Roma nella quale i leader dell’opposizione accusavano Silvio Berlusconi, Primo Ministro e magnate televisivo, di promuovere leggi ad personam per proteggere i suoi interessi ed evitare il processo per presunta corruzione.
Anche gli oratori alla manifestazione di piazza Navona hanno protestato contro le eccessive interferenze del Vaticano e della Chiesa Cattolica negli affari italiani, dall’aborto ai diritti degli omosessuali. La Guzzanti , famosa per l’imitazione satirica di Berlusconi, ha dichiarato alla folla che in 20 anni i professori saranno controllati e scelti dal Vaticano.
Aggiunse anche: “Ma entro 20 anni il Papa sarà dove dovrebbe stare, all’Inferno, tormentato da due grandi diavoli finocchi, non passivi ma attivissimi”. Giovanni Ferrara, Pubblico Ministero romano, ha dichiarato di aver chiesto ad Angelino Alfano, Ministro della giustizia, il permesso di procedere.
I trattati lateranensi del 1929 tra Italia e Vaticano prevedono la stessa pena per le offese arrecate al Papa ed al Presidente dellaRepubblicala. Per il processo, tuttavia, è necessaria l’autorizzazione da parte del Ministero della Giustizia.
Berlusconi si è dato tanto da fare per corteggiare il Vaticano ed ottenere il voto dei cattolici, da quando è tornato al potere per la terza volta nel mese di maggio. Lo scorso fine settimana ha accompagnato Papa Benedetto a Cagliari in Sardegna, dove ha assistito alla messa.
Berlusconi, che in Italia possiede i tre principali canali televisivi commerciali ed esercita anche (essendo Presidente del Consiglio) un’influenza sulla RAI, l’emittente televisiva di Stato, è stato accusato dalla sinistra di utilizzare il proprio potere mediatico per imbavagliare la satira e la critica.
Tre anni fa la Guzzanti ha prodotto un film ampiamente apprezzato, “Viva Zapatero!”, sulla soppressione nel 2003 del suo programma in seconda serata “RAIot”, in cui aveva fatto della satira su Berlusconi. Il film aveva ricevuto un’ovazione nel 2005 al Festival Internazionale del Cinema di Venezia.
La decisione di perseguirla per le sue considerazioni anti-papali è stata apprezzata da alcune persone di centro-destra, incluso Luca Volonte’, un cristiano-democratico, secondo il quale “insulti gratuiti devono essere puniti”. Tuttavia Paolo Guzzanti, padre della Guzzanti e parlamentare di centro-destra, ha dichiarato che tale decisione è stata “un ritorno al Medio Evo.” “Forse mia figlia dovrebbe essere sottomessa al giudizio divino, facendola camminare sui carboni ardenti.” ha aggiunto.
Antonio Di Pietro, senatore di centro-sinistra ed ex magistrato anti-corruzione, che aveva organizzato la manifestazione, ha dichiarato che la Guzzanti aveva solo “esercitato il proprio diritto costituzionale alla libertà di pensiero. Si può essere d’accordo o non d’accordo con ciò che ha detto - ed io personalmente non sono d’accordo - ma mettere le persone in carcere per quello che pensano ricorda i tempi in cui veniva versato olio di ricino in gola a coloro che la pensavano diversamente”, riferendosi al fascismo.
Bobo Craxi, leader dei socialisti italiani e figlio dell’ex Primo Ministro Bettino Craxi, ha dichiarato: “Se mettiamo la satira sotto processo ci stiamo muovendo verso un regime totalitario”. Marco Travaglio, uno scrittore di sinistra che è anche intervenuto nella manifestazione di luglio, ha detto: “A questo ritmo, Aristofane e Rabelais sarebbero finiti in carcere per la loro satira”.
Dario Fo, il Premio Nobel per la letteratura, ha detto che anche Dante Alighieri, il poeta nazionale d’Italia, sarebbe stato processato perchè “ha messo un Papa nella Inferno, Bonifacio VIII”. Ha detto che i Patti Lateranensi sono stati firmati sotto il regime fascista di Benito Mussolini “e questo è fascismo puro e semplice”.
Padre Bartolomeo Sorge, studioso gesuita, ha dichiarato a “La Repubblica” che la decisione di perseguire la Guzzanti è stata incomprensibile. “Noi cristiani sopportiamo molti insulti, fa parte dell’essere cristiani, come il perdono. Credo che il Papa abbia già perdonato coloro che lo hanno offeso a Piazza Navona”.
I magistrati hanno detto che nessuna azione legale sarebbe stata presa contro il comico ed attivista Beppe Grillo, che alla stessa manifestazione ha attaccato il Presidente Napolitano per “sonnecchiare come Morfeo”, dopo che aveva firmato il decreto che garantisce a Berlusconi l’immunità da procedimenti giudiziari per tutta la durata del suo incarico, trasformandolo in legge. Grillo ha affermato che la minaccia di azioni legali contro le osservazioni della Guzzanti sul Papa è “solo una copertura per una più generale soppressione della satira sotto il governo Berlusconi”.
Friday, 12 September 2008
a quelli che cominciavano ad avere troppi dubbi
11/9/2008 (7:10) - L'INTERVISTA AL COMICO GENOVESE
«Vogliono condannare Sabina per mettere fuori legge la satira»
Per mettere a tacere chi critica la Casta?
«Guardi... ormai molti si sono rassegnati alla Casta. Non ne vogliono più sapere di persone come me e Travaglio. Basta, preferiscono “L’isola dei famosi”».
Grillo e Travaglio disoccupati?
«Non posso mica andare avanti tutta la vita a cercare di cambiare il mondo. Mi do ancora un anno di tempo e poi chissà... magari vado all’estero».
Un anno fa al V-Day c’erano centomila persone e Gianantonio Stella ha venduto più di un milione di copie della Casta... Da allora che cosa è successo: il pubblico vi ha abbandonato?
«No, no. Ogni giorno abbiamo quasi mezzo milione di contatti su internet. Però è dura andare avanti così: facciamo tutto in due con un gruppo di volontari».
Ma dove sono finiti gli italiani che si indignavano?
«Non ne possono più di vedere catastrofi. Di sentirsi dire che i poli si sciolgono, che respiriamo letame, che i partiti rubano. Ma avete visto chi ha comprato Alitalia? Ligresti che nei consigli di amministrazione delle sue società ha mezza famiglia del ministro La Russa e costruisce le opere dell’Expo di Milano. Poi c’è Colaninno... ma come fai a spiegare a uno così il conflitto di interessi? È come descrivere a un pesce cos’è l’acqua, lui ci naviga dentro. Ma basta, basta. Gli italiani non ne possono più di sentirsi dire che tutto va male e niente cambia».
Così si rifugiano nell’Isola dei famosi?
«Sopravvivono giorno per giorno. Vanno avanti ad ansiolitici. E magari in tanti pensano che la colpa della depressione è degli ambientalisti perché ci ricordano che respiriamo veleno. O di chi denuncia i partiti perché candidano pregiudicati, indagati o star delle intercettazioni. No, basta, la gente va incoraggiata».
Da chi... proviamo a indovinare?
«Berlusconi li incoraggia. Dice che tutto va bene e le televisioni e i giornali... zitti. Un silenzio tombale, ma rassicurante».
Vabbè, ma l’opposizione...?
«Il Pd? Ma quello è il partito delle salme. I dirigenti sono delle mummie. I giovani, quelli magari no, c’è chi ci crede davvero».
Insomma, nonostante il V-Day e la Casta ci siamo rassegnati. Non si cambia più.
«Eh no, le cose dovranno cambiare per forza, ma non grazie alla politica. Ci penserà l’economia che sta crollando. Ce ne accorgeremo quando ci arriverà un bel bosone in faccia: si sta preparando un disastro finanziario. Ma lo sa che le società quotate in borsa hanno perso il 50 per cento del loro valore e nessuno dice niente».
Non resta che andare all’estero. Ma ci andrà davvero?
Un attimo di silenzio: «Intanto tra tre mesi ci affittiamo un palazzetto dello sport e ci facciamo una convention dei nostri meetup, come Obama. Poi tra un anno deciderò. Magari anch’io comincerò a dire cose rassicuranti, a raccontare che respirare m... fa bene».
Tuesday, 2 September 2008
Sunday, 31 August 2008
Saturday, 30 August 2008
Ringrazio a mio modo
L'italia e' sempre la stessa con gli stessi inenarrabili problemi e per questo la missione non e' altro che appena iniziata.
Sento di ringraziare tutti coloro che hanno dimostrato apprezzamento per la nostra iniziativa, h infatti appena ricevuto l'ultimo messaggio proprio ora.
Devo ammettere senza falsa modestia di aver raccolto sin qui qualche bel messaggio di stima che tanto mi ha sorpreso.
Non me lo aspettavo davvero.
Ammazzate o'!
Friday, 29 August 2008
il BerluPensiero d'annata - enjoy!
(10 dicembre 2004) - Corriere della Sera
POLITICA E RIFORME: IL SISTEMA DI VOTO
Annuncio del premier:
al voto con la scheda unica
«Par condicio, cambieremo dopo le Regionali». E avverte i governatori: fuori chi fa una sua lista «Duello tv con Prodi ma con regole all' americana, la media del pubblico italiano è un ragazzo di seconda media. E sugli spot: se la Coca Cola vuole avere il 30% del mercato deve fare il 30% di pubblicità
ROMA - Nessun cambiamento radicale, nessuna riforma di sistema perché «oggi non è possibile», non c' è accordo né nel centrodestra né col centrosinistra. Ma sulla legge elettorale, sul bisogno di «perfezionare quella esistente, che ha alcune incongruenze tecniche», Silvio Berlusconi non ha alcun dubbio. Come non ne ha, peraltro, sulla necessità di cambiare la par condicio (ma «dopo le Regionali») in modo da permettere gli spot, che a suo giudizio sono l' anima del commercio come della politica. Il premier l' aveva detto in via riservata ai giovani di FI, lo ripete in pubblico alla presentazione del libro di Bruno Vespa «Storia d' Italia da Mussolini a Berlusconi»: la legge elettorale sarà cambiata. Ma se ai suoi ragazzi aveva confessato che il cambiamento serve «per vincere», stavolta preferisce spiegare diversamente il bisogno di «un intervento tecnico migliorativo»: «Vogliamo eliminare lo scorporo, che ha portato alle liste civetta e a tredici deputati in meno in Parlamento, e passare da due schede a una», dice illustrando la proposta del deputato di An Nespoli che lo ha sedotto completamente, che ieri sera è stata approvata in un vertice con lo stato maggiore di FI e che, si sussurra, farebbe guadagnare alla Cdl un milioncino di voti. In realtà, Berlusconi sa che l' Udc desidererebbe più proporzionale, ma «su questo non c' è accordo con gli altri alleati», dunque anche i centristi dovranno accettare l' ineluttabile, probabilmente già la prossima settimana dopo un vertice tecnico. E l' opposizione? «Non vedo cosa possa impensierirli, e non riesco a prevedere un' opposizione che alza le barricate per un aggiustamento tecnico che loro stessi hanno evocato». E comunque «che si possano fare cambiamenti a fine legislatura, lo stesso D' Alema lo ha ammesso quando ha proposto una legge a doppio turno...». Stessa determinazione sulla par condicio: a Berlusconi piace la proposta Ferrara di permettere gli spot su tutte le tivù tranne Mediaset («Bene, tanto mica avremmo fatto degli sconti a FI»), e pensa a un meccanismo per cui si possa spendere il finanziamento pubblico in pubblicità elettorale televisiva: «Negli Usa, dico gli Usa, la campagna elettorale è tutta in tivù: i duelli sono spot contro spot, se sulla costa occidentale ce n' è uno nuovo al mattino, su quella occidentale ne fabbricano uno di risposta che va in onda la sera». E comunque, è la legge del mercato che deve averla vinta: «Da ogni studio emerge che se la Coca Cola vuole mantenere il 30% del mercato, deve fare il 30% di pubblicità: beh, non ci sono sostanziali differenze per la scelta di un acquisto o del voto». Anche qui, l' Udc se ne farà una ragione: «Credo abbiano capito che modificare la par condicio serve anche a loro». E però, Berlusconi promette che concederà il tanto invocato duello tv con Prodi: «Con le regole americane, facciamolo pure. Finora non l' ho fatto perché non c' erano regole di sicurezza, e perché non volevo scendere nella rissa ma spiegare le nostre proposte in modo semplice: il pubblico italiano non è fatto solo di intellettuali, la media è un ragazzo di seconda media che nemmeno siede al primo banco... E' a loro che devo parlare». Si chiude con carote e bastone. Le prime vanno agli alleati, che avranno presto un bel numero di nuovi sottosegretari: «Pensiamo che alcuni ministri meritino qualche aiuto in più in sottosegretari». Il bastone invece è una replica ai «mercenari» di Prodi contro i giovani azzurri: «Loro invece hanno portato in piazza contro la Finanziaria i pensionati cammellati, che vengono pagati, arrivano col cestino del pranzo e non sanno nemmeno perché sono lì». Ma la randellata più forte, e preventiva, è per Formigoni: «Se escludo le liste personali alle Regionali? No, ma se le volessero fare, i candidati si prenderebbero la responsabilità di correre da soli, perché non sarebbero più candidati di FI e della Cdl».
Di Caro Paola